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VOLVON + TPA F.Cola - Volvon (To) + Teatro Popolare d'Arte (Fi) ven 8 e sab 9 aprile h.21.oo - officine CAOS (to) ingresso 9euro | info: 011.7399833 |
SOSTERRÒ LE RAGIONI DELLA LEGGEREZZA di Franchesca Cola - Volvon (TO) E' nella geografia del gioco di un bambino che si apre questa piccola riflessione corporea sulla leggerezza. Il suo corpo indaga la natura delle cose con poetica semplicità. Nella grazia dell'incontro con il corpo grande del danzatore con cui si intrecciano la poesia del gesto, del movimento e l’esplorazione delicata della fragilità dell’umano, lo spettatore può intuire, come sosteneva Calvino, che proprio la vivacità e la mobilità dell'intelligenza sfuggono alla condanna del peso. Ideazione e regia: Francesca Cola Coreografie: Francesca Cola, Tommaso Serratore Interpretazione: Tommaso Borin, Tommaso Serratore Light design: Eleonora Diana Produzione: La Piattaforma. Nuovi corpi, nuovi sguardi. VOLVON Con il sostegno di Compagnia Zerogrammi, Comune di Colleretto Castelnuovo - Scuola Elementare C.Nigra, Spazio Baobab Ivrea Progetto vincitore del bando Permutazioni 2015/2016 e del bando Artist in Residence 2016 .................................. TUTTO SCORRE una favola nera di Teatro Popolare d’Arte (FI) Il “tutto scorre” che dà il titolo al testo è quello della pipì nei bagni degli autogrill. La protagonista/narratrice è la guardiana di questi bagni, una donna che fin da bambina ha avuto problemi di linguaggio e che - bollata da un padre ottuso e autoritario come “mezza muta e mezza scema” - vince la sua afasia “pisciando fuori le parole”. Lasciarsi scorrere la pipì tra le gambe è l’unico modo che la donna conosce per rifiutare un mondo ostile e crearne un altro, accogliente e intriso del ricordo di una madre scomparsa lasciando di sé l’eco delle favole sussurrate all’orecchio della figlia. I personaggi diventano creature di una favola “nera” che getta una luce grottesca su una certa provincia del Nord Italia; una provincia dove i rapporti umani appaiono falsati dai luoghi comuni, dalle frasi fatte, dalla disperazione di una sottocultura fondata sui soldi, sull'idea ossessiva del lavoro, su un maschilismo banale e violento. E così in scena si confondono continuamente la vita della guardiana con il riattraversamento dei fatti salienti della sua vita passata. Testo di Massimo Sgorbani Regia di Gianfranco Pedullà e Massimo Sgorbani Con Rosanna Gentili e Gilberto Colla Scene Claudio Pini musiche Jonathan Faralli Costumi Rosanna Gentili Collaborazione Rosaria Lorusso Tecnica Marco Falai Foto Alessandro Botticelli Produzione Compagnia Teatro popolare d’arte Con il sostegno di MIBAC e Regione Toscana |